L’omicidio stradale diventa adesso reato

Dopo il via libera dal Senato, il testo di legge sull’omicidio stradale passa adesso al vaglio della Camera

L’omicidio stradale diventa adesso reato

L'omicidio stradale diventa reato e passa ora all'esame della Camera. Il testo prevede il carcere e il ritiro della patente fino a trent'anni, con pene più severe per chi fugge. Non ci saranno quindi sconti per i trasgressori del codice stradale che saranno costretti a pagare a caro prezzo ogni infrazione o "distrazione". Tutti gli automobilisti che non rispettano i limiti di velocità o si mettono alla guida di un veicolo non assicurato, dichiarando di non riuscire a sostenere i costi delle polizze, saranno duramente puniti. Per questi ultimi casi l'unica soluzione sarà cercare di contenere i costi, magari mettendo le assicurazioni auto proposte dal mercato a confronto, per cercare una formula conveniente e in linea con le proprie esigenze.

Per gli automobilisti alla ricerca di soluzioni convenienti potrebbe essere utile valutare anche le proposte del web. Informandosi su Direct Line e le soluzioni, o su Quixa o ancora su Linear e le altre compagnie assicurative online, si potrebbero individuare delle formule più flessibili e in grado di offrire un margine di risparmio superiore rispetto alle formule tradizionali.

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Omicidio stradale: ecco i punti salienti del testo di legge

Dopo il via libera del Senato, la proposta di legge passerà adesso al vaglio della Camera. "Un impegno che ho preso da sindaco con famiglie vittime di incidenti: punire omicidio stradale. Oggi prima lettura ok Senato", ha commentato con orgoglio sui social il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Tra i punti salienti del testo del disegno di legge ci sono il ritiro della patente fino ad un massimo di 30 anni, con un netto aumento della pena per i casi di alcool e droga, con pene che oscillano tra i sette e gli otto anni di reclusione.

Il nuovo testo di legge richiama quindi l'attenzione sui frequenti casi di incidenti stradali provocati dall'assunzione di alcool e droga, rendendo più severe le pene che prevedono adesso la reclusione dagli 8 fino ad un massimo di 12 anni. Nel caso in cui si provochi la morte di più persone, la pena può aumentare fino al triplo, senza però superare i 18 anni di reclusione, con ulteriori aggravanti nel caso in cui il colpevole dovesse darsi alla fuga. Inevitabili le polemiche sugli anni di reclusione previsti dal testo, considerati da alcune parti politiche eccessivi rispetto ai 15 anni già previsti dalla legge.

Le reazioni

Grande approvazione hanno suscitato i provvedimenti adottati per i casi di guida sotto effetto di alcool e sostanze stupefacenti, come dichiarato dal vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Riccardo Nencini che ha dichiarato: "È La strada giusta per abbattere il numero ancora troppo elevato di incidenti stradali. Lavoreremo anche sulla prevenzione e l'educazione alla sicurezza stradale nelle scuole. Stiamo facendo un buon lavoro".

Questo primo traguardo ha suscitato anche i consensi da parte dell'ASAPS e delle associazioni per le vittime delle strada, che tuttavia hanno dichiarato di voler proseguire questo lungo percorso. Per adesso le pene da 8 a 12 anni (fino a 18 per gli omicidi plurimi) e la revoca della patente da 15 a 30 anni, sembrano essere una risposta adeguata. Contrastare i casi di morte provocati dall'abuso di alcol e stupefacenti o di omissione di soccorso continueranno ancora a rappresentare l'obiettivo delle tante iniziative di prevenzione che verranno condotte presto nelle scuole italiane.