Assicurazione auto, è in arrivo una rivoluzione

La bozza del decreto legge sulle liberalizzazioni contiene importanti novità per la Rca. Ma nel settore c'è scetticismo.

Assicurazione auto, è in arrivo una rivoluzione

Il mondo delle assicurazioni auto sta per assistere ad una rivoluzione senza precedenti: la bozza del decreto legge sulle liberalizzazioni, che nelle intenzioni del Governo dovrebbe vedere la luce entro breve, contiene novità di grande rilievo per il mercato delle polizze auto. Nel mirino ci sono soprattutto le reti di agenti monomandatarie che tra pochi mesi potrebbero diventare "fuori legge".

Vediamo più nel dettaglio cosa potrebbe cambiare nel settore della Rca auto, cominciando proprio dalla "stangata" alle compagnie monomandatarie. La bozza del provvedimento proibisce alle compagnie di collocare "direttamente o attraverso agenti monomandatari" i propri prodotti ai clienti finali. Chi distribuisce polizze "dei rami danni e vita" sarà obbligato ad "offrire i servizi e i prodotti di almeno due diverse compagnie assicurative". Questa è una rivoluzione: gli agenti delle compagnie assicurative tradizionali italiane sarebbero costretti, per legge, a proporre al cliente almeno due prodotti tra loro concorrenti. E certamente ciò scatenerebbe una guerra senza quartiere da parte delle "big" per accaparrarsi gli agenti migliori dei concorrenti. In aggiunta, se questo testo dovesse trasformarsi in legge, diremo addio alle modalità di vendita on line e via telefono che negli ultimi anni sono state il punto di forza delle compagnie dirette. Le società come Direct Line, Genialloyd e Linear (solo per citarne alcune) non potranno più vendere i propri prodotti direttamente, ma soltanto attraverso un intermediario che distribuisca più di un marchio. Bisognerà vedere quali saranno le reazioni di queste società di fronte ad una Legge che mette di fatto fuori legge i loro sistemi di commercializzazione.

Un'altra novità di rilievo contenuta nella bozza del decreto legge riguarda la procedura di risarcimento diretto, che in caso di danni di lieve entità consente al danneggiato di chiedere il rimborso direttamente alla propria compagnia di assicurazione, che in seguito si rivarrà sulla compagnia del responsabile del sinistro. Su proposta dell'Antitrust, il Governo intende ora escludere dal risarcimento diretto i danni fisici lievi (fino a 9 punti di invalidità), che attualmente rappresentano circa un terzo dei risarcimenti totali. Se così fosse, la procedura di risarcimento diretto potrebbe riguardare soltanto i danni materiali ai veicoli, mentre i danni fisici lievi dovranno essere risarciti dalla compagnia di chi ha provocato l'incidente. Con questo intervento il Governo mira probabilmente a ridurre le frodi assicurative sui danni lievi (il classico colpo di frusta). Per contro, si corre il rischio di un aumento dei costi amministrativi e dei tempi di liquidazione, nonché dei contenziosi con relative spese legali. Sempre in tema di risarcimento diretto, il decreto sulle liberalizzazioni conterrebbe nuovi criteri e limiti per stabilire il calcolo del forfait, che saranno stabilisti dall'Isvap di anno in anno.

Anche il risarcimento dei danni materiali ai veicoli coinvolti in un sinistro potrebbe subire un notevole cambiamento, con l'introduzione del rimborso "in forma specifica": in altre parole, le compagnie potranno riparare il danno alle vetture direttamente, anziché offrire il rimborso in contanti. Questo meccanismo potrebbe tagliare del 30% i costi di risarcimento che gravano sulle imprese. Infine, sono allo studio del Governo nuove norme per contrastare il fenomeno delle frodi assicurative, con l'introduzione del contrassegno assicurativo elettronico e l'incentivazione dell'uso delle "scatole nere" nelle auto.

Di fronte a quello che si preannuncia come un cambiamento epocale, le compagnie assicurative non sembrano preoccupate. "Di tentativi di riforma ne abbiamo visti molti - spiega un dirigente di una compagnia assicurativa tradizionale da noi contattato - e quando si toccano le reti agenziali, tipicamente si fa tanto rumore, ma poi non segue nessuna azione. Anche in questo caso tutti scommettono che sarà così". "Non si capisce come sia possibile voler mettere in crisi il settore dell'on line - prosegue un Responsabile di una nota compagnia internet italiana -. Rispetto ai nostri colleghi europei abbiamo già molti vincoli in più: dover mostrare sul nostro sito i preventivi di altre due compagnie potrà anche essere buono per i consumatori, ma è contro la libertà di impresa".